La parodontite è un’infezione batterica caratterizzata dalla presenza di microrganismi di specie diversa che attaccano il parodonto, ovvero quel tessuto mediante il quale i denti sono ancorati alle ossa mascellari e che si compone di gengive, osso e legamento parodontale.
Le cause della comparsa di questa infezione sono da ricercare nella cattiva o scarsa igiene orale che altera la flora batterica attiva nel cavo orale. Trascurare le norme che sono alla base della pulizia dei denti e dell’intero apparato buccale può innescare fenomeni infiammatori gengivali e comportare l’insorgenza della gengivite. È fondamentale, a questo punto, agire in tempo e non ignorare la comparsa di sintomi che preannunciano la parodontite.
Parte della letteratura scientifica dedicata all’argomento individua anche nella depressione, nell’ansia e nello stress – stati psicologici che alterano le difese immunitarie – alcune delle concause che possono provocare la manifestazione di infezioni parodontali.
Il primo sintomo che prelude all’infezione batterica del parodonto è l’alterazione del colore delle gengive che passa da un opaco rosa corallo a un rosso intenso e lucido. Tale trasformazione è accompagnata da dolore e sanguinamento dei tessuti molli.
Questo fenomeno può verificarsi prima dietro stimolazione (magari mentre laviamo i denti) e presentarsi poi in maniera spontanea.
Seguono, quindi, essudazione purulenta e ascessi parodontali, alitosi e aumento dello spazio tra i denti provocato da una riduzione nella stabilità dentaria. La conseguenza più grave è, chiaramente, la perdita stessa del dente.
Esistono diversi modi per curare la parodontite e presso il nostro studio ci avvaliamo di anni di esperienza per stabilire il trattamento più idoneo in base al paziente e alla patologia presentata.
Un primo metodo cui ricorriamo per curare la parodontite consiste in una accurata seduta di igiene orale, seguita dal curettage delle superfici radicolari.
In questo modo la superficie dentale viene pulita dal tartaro che la ricopre e levigata in modo da eliminare lo strato superficiale contaminato dalle tossine batteriche e offrire una superficie più favorevole al riattacco gengivale.
Al termine di questa fase la situazione parodontale del paziente viene rivalutata, e se necessario, in alcune zone più colpite, si può passare ad un approccio chirurgico.
La chirurgia che mira a eliminare la parodontite può essere di due tipi:
L’intervento chirurgico, qualunque esso sia, non garantisce l’eradicazione completa dei fenomeni infiammatori perché, spesso, raggiungere i tessuti molli colpiti dall’infezione polimicrobica può risultare particolarmente ostico.
A tal proposito, pur con alcune riserve che vedremo a breve, è possibile ricorrere a una terapia laser.
Gli strumenti adottati sono di due tipi: un laser che agisce sui tessuti duri (denti e ossa) e un laser che invece opera sui tessuti molli (gengive).
I vantaggi rispetto all’intervento chirurgico consistono nella possibilità di intervenire senza anestesia e raggiungere localizzazioni difficili. Inoltre, non si tratta di un intervento doloroso e la guarigione avviene più rapidamente.
Nonostante tali e tanti benefici, alcune evidenze scientifiche tendono a dimostrare che la terapia laser non riduce i batteri che causano la patologia e, pertanto, va associata ad altre cure specifiche.
La parola chiave nella prevenzione della parodontite è "igiene". Igiene orale quotidiana, da ripetere almeno tre volte al giorno, dopo i pasti principali, e igiene dentale professionale, da effettuarsi almeno una volta ogni sei mesi presso il proprio dentista di fiducia.
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